Giovedì 9 Maggio 2024

Pino Quartullo si confessa: “Vivo immerso nell’amore”

Elogio delle virtù della moglie Margherita e delle lezioni che gli vengono dal palco dove l’attore porta coppie di cuori

Pino Quartullo

Pino Quartullo

L’amore pervade Pino Quartullo dentro e fuori dalla scena. E in ’La vera storia di Ulisse e Penelope’ con cui il 29 sarà a Pescara le due dimensioni s’intersecano indissolubilmente perché l’adattamento del testo tratto da ’Itaca per sempre’ di Luigi Malerba l’ha fatto proprio Margherita Romaniello, sua moglie dal 2013 ma partner dal 2008. Non solo, domani e dopodomani al festival di Borgio Verezzi condividerà il palco con Roberta Giarrusso in un’altra pièce che fin dal titolo denuncia i contenuti: ’28 motivi per innamorarsi’ di Jennifer Lane per la regia di Fabrizio Coniglio.

Lei e Margherita avete superato anche il test proposto dalla commedia?

"Non l’abbiamo fatto ma lo faremo, anche se non vale fino in fondo perché bisognerebbe non conoscere le domande e invece io le so a memoria dovendole recitare. Però il pubblico che verrà le riceverà in fotocopia e potrà scoprire se il partner è veramente quello giusto".

Però la coppia protagonista è quella di due ex...

"Che cercano di recuperare e rimettersi insieme. Lei è più titubante mentre io le tento tutte ma proprio tutte. Direi che è l’apoteosi di quello che un uomo può fare per riconquistare una donna. E da uno che ha fatto con Moccia ’Scusa ma ti chiamo amore’ e ’Scusa ma ti voglio sposare’ credo che l’affermazione possa essere credibile".

Ma le minestre riscaldate funzionano?

"In passato mi sono preso e lasciato ma l’unica volta che mi sono spinto fino al matrimonio è stato con Margherita, essendo sicuro che sarebbe stata la donna della mia vita e se dovesse succedere che mi lasciasse farei di tutto per riprendermela. Siamo una coppia sempre più solida e credo che il fatto di esserci messi insieme tardi, in un’età di piena coscienza e con esperienze alle spalle per entrambi ci renda inscalfibili".

E il matrimonio ha avuto anche la benedizione della chiesa...

"Sono uomo di fede, con Margherita andiamo a messa e abbiamo voluto fare un matrimonio con tutti i crismi, civile e religioso, attorniati da parenti e amici".

Anche l’età le ha fatto cambiare idea sui rapporti o solo l’incontro fatale?

"Ho fatto per anni il farfallone amoroso, poi ho capito che rientrare a casa la sera e non trovare nessuno non era il massimo. Ho avuto una figlia, Emma, da Elena Sofia Ricci, ma nemmeno con lei ho cambiato idea sulla libertà anche se il legame creato da un figlio è fortissimo. E invece adesso ho definitivamente attaccato il cappello al chiodo".

Un po’ come Ulisse che alla fine delle sue peregrinazioni con amori volanti torna da Penelope...

"Anche in questa storia che mi vede accanto a Francesca Reggiani, il ruolo delle mogli è fondamentale. Fu infatti Anna Penna a indurre il marito Luigi Malerba a ragionare e poi a scrivere del ritorno di Ulisse sotto mentite spoglie in una casa dove però Penelope è tutt’altro che la mite vestale della tradizione".

Qual è la morale?

"Ulisse s’illude di essere un grande mentitore, ma l’inganno non regge agli occhi attenti della moglie che quando lui si rivela lo snobba e lo fa ingelosire proprio perché non ha digerito la pantomima. La donna è superiore e spesso quando l’uomo chiede perdono è troppo tardi. Ulisse rappresenta il maschio alfa che va in giro per il mondo a tradirla e poi pretende di tornare trovandola in gramaglie".

Le radici di Civitavecchia sono ancora molto solide...

"Mio padre mi ha lasciato una casa e mantengo contatti stretti. Fino al 2013 ho diretto il teatro comunale, organizzando stagioni epocali, nel 2002 e 2003 organizzai il Festival degli Artisti che ho riproposto anche quest’anno. Mi piace starci e ci metto meno tempo a raggiugerla di quanto impiego ad attraversare Roma".

Il teatro l’assorbe ormai completamente...

"Negli anni ’90 ho fatto quattro film, l’ultimo, ’Le faremo tanto male’ nel ’98. Avvertivo una forte necessità di tornare al teatro. Ma l’uno esclude l’altro. Mi sono mosso tra testi inusuali, non legati all’idea di fare cassetta. Ma adesso questo digiuno prolungato dalla macchina da presa dovrebbe finire. Ho scritto due film, uno originale e uno tratto da un autore francese contemporaneo, che dovrebbero vedere la luce nel 2024".

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